di Lorenzo Bianco
Un viaggio musicale di Maurizio Blatto e i Perturbazione
Il podcast di “Pazzi per la musica. Blatto & Perturbazione”, 22 novembre 2018, Collegno (TO)
La pazzia e la follia, la follia e il genio. Sinonimi? Affini?
Pazzo colui che soffre, dal latino pathior ma anche phatos, è un ammonimento o una condizione?
Spesso pazzia e follia sono usati come sinonimi ma qualcosa li distingue. Una sottile linea semantica, o addirittura esistenziale, che divide l’infermità da una condizione di rottura degli schemi formali della società.
Follis è un pallone pieno di vento per giocare. Follere, sempre dal latino, muoversi ondeggiando.
È quindi folle solo chi soffre, chi patisce una condizione psicofisica alterata, o chi decide, anche forse inconsciamente, una rottura di fronte a un’oppressione sociale?
Ecco quindi comparire forze naturali produttrici, il genio. La rottura degli schemi porta alla produzione di arti sorprendenti.
Giovedì 22 novembre c’è stata una serata dedicata al rapporto tra arte e follia, tra musica e follia, tra follia e suono. Si è trattato di Suono Folle, serata andata in scena alle Lavanderie a Vapore di Collegno (TO), ex-manicomio. Un luogo, che ancora porta con sè storie e sofferenze e che si rinnova in uno spazio ormai noto come palco di concerti e iniziative di rilievo. Uno spazio di sofferenza ora dedito all’intrattenimento, non senza riflessione.
Maurizio Blatto, storica firma di “Rumore”, stoico negoziante di dischi, in collaborazione con il Comune di Collegno, l’Università di Torino e Radioohm, ci conduce in un appassionante viaggio musicale attraverso artisti che hanno percorso strade in bilico tra genio e follia.
Alcune tappe del viaggio intrigano ed emozionano. Da vicino nessuno è normale, dice Franco Basaglia. Ecco da vicino alcuni personaggi, persone appaiono speciali.
Syd Barrett non poteva mancare a questa serata. Il suo estro ha ispirato una delle più importanti espressioni del rock e della musica di tutti i tempi, i Pink Floyd, nome che lo stesso Syd sembra imputare a un suggerimento degli alieni. Il suo stile interstellare, propenso alla “esplorazione”, innovativo chitarrista rivoluzionario, di enorme impatto per molti artisti delle ere che verranno, ci propone percorsi e viaggi oltre la mente.
Lou Reed, di lui scrive l’eccentrico critico musicale statunitense Lester Bangs :”È la persona che ha dato dignità, poesia e una sfumatura rock’n’roll all’eroina, alle anfe, all’omosessualità, al sadomasochismo, all’omicidio, alla misoginia, all’inettitudine e al suicidio”. Un affresco esagerato del pungente anticonformismo estremo di Reed. Solo per la sua poetica esistenziale, il vestire di nero, il suo atteggiamento soltanto, è sottoposto a pratiche psichiatriche violente. Molteplici elettroshock. Ecco che nasce la canzone Kill Your Sons.
Sul palco a Collegno figurava una t-shirt bianca con una strana creatura dalle sembianze di rana che accompagna la scritta Hi, How Are You?. È Daniel Johnston! Il creativo musicist-rumorista statunitense, maestro del low-fi, che tanto piace a Kurt Cobain. Proto-grunge? Mente, istinto, dolcezza, forza naturale produttrice.
Poi una divagazione nella musica ottocentesca, il romantico di Robert Schumann. Manie e allucinazioni sonore. Soffriva di un disturbo che solo tempo dopo sarà riconosciuto dalle scienze mediche come disturbo bipolare. Ancora una mente sofferente e sensibile per un genio creativo. Robert Schumann è considerato anche il pioniere della critica musicale, un secolo prima di Robert Christgau, famoso per essere stato uno dei primi a recensire brani di musica rock e pop. I Creamers, The La’s, Karlheinz Stockhausen…
Ancora risuona l’appassionata e appassionante voce di Maurizio Blatto che ecco scattano i primi riff chitarristici. Sul palco suonano i Perturbazione! Niente orpelli decorativi per Tommaso Cerasuolo & co. Formazione composta di chitarra, basso, batteria e voce. Non manca l’energia. La platea è gremita, ma lo spazio è raccolto, c’è aria di festa ma anche un rapporto diretto, quasi famigliare tra palco e pubblico. Tommaso è emozionato, si confessa prima del concerto, nonostante gli ormai trent’anni di carriera, dalle prime esperienze liceali e di sala prove, della band. Ancora si divertono sul palco e si vede, si sente. Non mancano i grandi successi del gruppo, da Agosto, tratto dall’album In Circolo, presente nella classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre secondo “Rolling Stone Italia” alla posizione numero 88, a L’unica, brano con cui la band partecipa al Festival di Sanremo nel 2014. Ma l’occasione è particolare ed ecco alcune emozionanti reinterpretazioni, da Wish You Were Here dedicata dai Pink Floyd a Syd Barrett a Speeding Motorcycle di Daniel Johnston.
Suono Folle. Resta una serata particolare, un po’ unica. Ancora una volta la ricorrenza dei quarant’anni dalla rivoluzionaria Legge Basaglia, che chiude i manicomi carcere, che riporta le persone al centro del discorso sociale, non solo medico, è una nuova occasione per parlare non solo di salute mentale ma anche di umanità, persone e creatività.
La filosofia della serata, come la filosofia della Legge Basaglia, risuonerà. Perché da vicino nessuno è normale, tutti sono peculiari. Ognuno cavalchi la propria sensibilità con la convinzione della bellezza del nostro essere. In accordo e in disaccordo con il mondo. Secondo una personale poetica di armonia con il creato.
Il podcast di “Pazzi per la musica. Blatto & Perturbazione”, 22 novembre 2018, Collegno (TO)
La foto è di Edoardo Pivi
Qui la fotogallery di “Pazzi per la musica” del 22 novembre. Gli scatti sono di Edoardo Pivi.