//Si spengono le Luci

Si spengono le Luci

di Mattia Muscatello

Racconti di paesaggi industriali e lunari, immagini dalla provincia di Ferrara al profondo Veneto, da stazioni spaziali internazionali alle gigantesche scritte Coop. Descrizioni di luoghi reali per raccontare storie, stati d’animo e voci interiori, suggestioni forti a partire dal nome: Le Luci Della Centrale Elettrica.

Quando ho iniziato a suonare mi chiedevano sempre: perché Le Luci della Centrale Elettrica? Non rispondevo mai. Oggi mi chiedono: Perché non più Le Luci della Centrale Elettrica?

A seguito dell’annuncio della fine del progetto, per depistare la risposta alla seconda domanda, Vasco ha ribaltato il racconto creando cortocircuiti, spiegando finalmente l’origine del nome:

Organizzavano un festival a Ferrara e io stavo registrando in uno studio che oggi si è trasformato in un sexy-shop, è ironico a volte come vanno le cose. Mi hanno chiesto di suonare per aprire un gruppo più conosciuto che veniva da fuori, all’epoca si suonava solo nu metal e crossover, ero già un pesce fuor d’acqua. Quando mi hanno chiesto cosa scrivere sulla locandina ho pensato a questo nome, mi piaceva l’idea che ricreasse un’immagine di un luogo ben preciso e suggestivo; quando l’ho comunicato all’organizzatore mi ha risposto: ma sei sicuro? A me fa cagare. Il giorno seguente ho confermato la mia scelta inviandogli un messaggio e lui ha contraccambiato con un: contento tu”.


Si accendono le luci

Le Officine Grandi Riparazioni (OGR di Torino) sono state il territorio perfetto in cui è stato scelto di collocare l’ultima data torinese (l’8 dicembre 2018), sold out, per un tour destinato ai palcoscenici dei teatri italiani. La sala post-industriale di Corso Castelfidardo è stata adibita magistralmente ad auditorium per accogliere uno spettacolo che lo stesso Vasco Brondi ha antifrasticamente definito “controproducente” e che eufemisticamente potremmo definire un’esplosione spettacolare di grazia e bellezza spietata, inaspettata. A creare la temperatura esatta per la serata è stato Filippo Cecconi, in arte Effe Punto, cantautore milanese che ha fatto parte de I Ministri. A seguire, due ore intense di live caratterizzate da interventi unici, tra cui la lettura della poesia per Rodrigo Pinto y Andrés Neuman di Roberto Bolañoscrittore sudamericano che ha saputo emozionare Vasco anche dopo la stagione dell’adolescenza. Lettura che ha scandito il ritmo dello spettacolo musicale, decantata nel silenzio attento del pubblico o su tappeti sonori che hanno fatto da coda alle canzoni.


per Rodrigo Pinto y Andrés Neuman

Ad arricchire il concerto anche la performance danzante sulle note di Stelle marine e di Chakra, da parte della ballerina Ilaria Paglia. La cover di Amandoti dei CCCP accompagnata a un aneddoto su Giovanni Lindo Ferretti, Vasco ha raccontato che, recandosi a un concerto di Lindo all’aperto, solo dopo aver cantato tre quarti d’ora il frontman dei CCCP ha aperto gli occhi e, rendendosi conto che stava piovendo, ha esclamato: “Ah, ma piove! Vabè dai, fa bene ai campi”. Inserti campionati di voce di Carmelo Bene ad annunciare Cara Catastrofe e canti di Muezzin sui minareti alla fine di Waltz degli Scafisti, racconti di sbronze con De Gregori dopo aver suonato insieme in piazza, citazioni di Andrea Pazienza. Momenti di lettura di racconti tratti dall’ultimo lavoro 2008-2018 Tra la via Emilia e la via Lattea, un doppio album di con un best of, due brani inediti, un live studio e un libro scritto a quattro mani con Tiziana Lo Porto, una raccolta di aneddoti, racconti, fotografie, frasi sparse di amici incontrati per strada e appunti su un viaggio durato dieci anni. Anche la scaletta del concerto è un vero e proprio best of di suoni che ripercorre tutta la carriera delle Luci, da Canzoni da spiaggia deturpata a Terra.


2008-2018 Tra la via Emilia e la via Lattea

Sul palco oltre a Vasco altri sette musicisti tra cui Rodrigo d’Erarsmo, violinista degli Afterhours, Andrea Faccioli che ha suonato le chitarre anche accanto ai Bustelle, Daniela Savoldi al violoncello, Gabriele Lazzarotti al basso e Angelo Trabace al pianoforte, Daniel Plentz e Anselmo Luisi alle percussioni, band acclamata calorosamente dal pubblico di Torino tra applausi e lacrime, standing ovation e cori per l’ultimo brano cantato unplugged sulle note di Questo scontro tranquillo.


Finale unplugged, si affievoliscono le Luci

Un concerto emozionante che, come un grande amore finito (per una volta bene) fa sentire subito la mancanza, provocando malinconie speciali che fanno venire la voglia di innamorarsi di nuovo abbastanza. Non sappiamo ancora quale sarà il destino delle Luci, affievolite ma ancora pulsanti; per ora stanno lavorando per concedere un ultimo, iridescente spettacolo, come una cometa che attraversa lo spazio siderale, tra pianeti e costellazioni, una radiazione che si estingue lasciando una coda che, noi che rimaniamo sulla Terra, ci auguriamo rimanga lunga e persistente.

Fonti e approfondimenti

Vasco Brondi, Le Luci Della Centrale Elettrica, 2008-2018 Tra la via Emilia e la Via Lattea su Spotify

Le Luci Della Centrale elettrica alle OGR di Torino, “la Repubblica XL”, 10 dicembre 2018

Le foto sono state scattate da Mattia Muscatello e tratte dalla pagina Facebook delle Luci Della Centrale elettrica e dalla copertina del disco