di Giacomo Baudi
Il peso del mondo sulle proprie spalle, proprio come Atlante nel mito in cui viene condannato da Zeus a supportare il peso della volta celeste. Dal mito al disagio, il farsi carico delle scelte e delle emozioni degli altri e un’insostenibile tensione interna. Quando si è Atlante, lo si è in tutto e per tutto. Da qui nasce il nome del power trio torinese, all’anagrafe Claudio Lo Russo, Andrea Abbrancati e Stefano Prezzi. Li avevo conosciuti due anni fa al Balla Coi Cinghiali a Vinadio (CN) e il 18 gennaio 2019 è uscito il loro disco, Un’entropia di immagini e pensieri. Questa sera, venerdì 1° febbraio, presentano il nuovo disco nella loro Torino, all’Off Topic, e sono curioso di sentire come suona dal vivo.
Arrivo in ritardo e parcheggio accanto alla Panda 4×4 Trekking anni Ottanta in cui mi sta aspetta la mia amica Anna. Ci salutiamo e ci precipitiamo dentro. Quanto è rock’n’roll arrivare ai concerti con una Panda 4×4?
Giusto in tempo! Il ragazzo dietro di noi in coda alla cassa prende l’ultimo biglietto. Sold out. Dentro gli Atlante sono appena saliti sul palco. Dannazione, ci siamo persi Fusaro e Rosita. Quanto è rock’n’roll arrivare tardi ai concerti? No, anzi, se c’è una cosa che proprio non sopporto è perdermi l’apertura dei concerti.
Ci armiamo di due birre medie e ci posizioniamo vicino al bancone del bar perché un nostro amico deve aspettare una ragazza (che non arriverà, N.d.A.). Sotto il palco del cubo, il più grande, è pieno di amici, parenti, facce più o meno conosciute e fan neofiti che stanno già cantando a squarciagola le canzoni. Posso solo immaginare l’emozione di Claudio, Andrea e Stefano in quel momento. Le luci hanno un ritmo spasmodico e i ragazzi sul palco sono già sudati. Sembra si stiano alleggerendo di quel carico che portano sulle spalle, schiacciando i pensieri negativi con il volume degli ampli. Non occorre aspettare molto e parte il pogo, a cui prende parte anche il papà di Claudio. Quanto è rock’n’roll il papà di Claudio?
Sul palco sale anche Daniele Celona, portavoce del rock torinese con cui hanno registrato Venere. Padroneggiando la scena con movenze che guardano dichiaratamente verso Nirvana e Biffy Clyro o i nostrani Fast Animals and Slow Kids, arriviamo all’ultima canzone, Atlas, il loro inno. Claudio si lancia sulle prime file imbracciando la chitarra. Quanto è rock’n’roll lanciarsi sul pubblico durante il pezzo finale del concerto? Si vede che gli Atlante sono nati per far questo e hanno voglia di infiammare folle ancora più grandi di questa.
Per quanti possano essere i problemi di cui ci facciamo carico, la realtà è che esiste il modo per esorcizzarli. E gli Atlante lo fanno urlando e sudando. Questa sensazione emerge già nel disco, ma dal vivo si fa più papabile.
Ci cacciano dal cubo e andiamo a prenderci qualcosa all’altro bar. Un gruppo di ragazzi accanto a noi sta discutendo se siano meglio i Simpson o i Griffin. Ascolto in disparte, ma penso… Quanto sono rock’n’roll i Simpson?
Qualcuno sostiene che il rock a Torino sia morto, ma io non ci credo. E gli Atlante ne sono la dimostrazione. Lunga vita al rock e alle chitarre distorte sul palco. E alla Panda 4×4 Trekking.
Le foto sono di Giacomo Baudi
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