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Dreamusic Summer Festival

di Gabriele Cauda
Se anche voi in questi giorni avete sentito l’irrefrenabile desiderio di trasferirvi a Capo Nord fino all’inizio di settembre, sappiate che avevate la soluzione a pochi passi da Torino. Nel parco dell’ex Dinamitificio Nobel, in Via Galinier 38 ad Avigliana, dal 28 al 30 giugno si è svolta la prima edizione del Dreamusic Summer Festival. Una rassegna capace di unire la passione per la musica con il fresco dell’aria di montagna, sacrificando la propria pelle a qualche puntura d’insetto. L’idea nasce da Andrea Onano, proprietario del Centro Musicale Dream Music di Avigliana, con l’intento di proporre un festival capace di raggruppare il meglio della musica indipendente italiana. La formula consiste in tre giornate di concerti, ciascuna dedicata a un genere in particolare. Venerdì 28 ha aperto le danze il rockabilly, sabato 29 è toccato all’hard rock e domenica 30 ha chiuso la musica italiana.

Per la giornata hard rock non si è badato a scrupoli per chiamare il meglio che la piazza offre, visti i nomi e i curricula delle band sul palco. Alle 17 salgono sul palco le Slut Machine, il female power trio milanese diventato quartetto con l’ingresso, da un anno, di Sara Matera alla voce. Anche il sound è cambiato, abbandonando le sonorità punk dei loro primi album per proseguire il discorso alternative/stoner cominciato con l’ultimo lavoro in studio, Irrational (2017). Su Spotify il loro ultimo singolo Animal, pubblicato a febbraio di quest’anno, fa pensare a un imminente nuovo lavoro in studio. Cambio di palco ed è il momento dei Crash 17, band AOR di Livorno in tour da un anno per promuovere l’ultimo album, Hit the Prey (2018). Verso il tardo pomeriggio è il turno dei Bad Bones, la band di Ceva (CN) che con il suo hard boogie ha conquistato i cuori dei rocker d’oltreocenano. I ragazzi della provincia di Cuneo scaldano il pubblico con riff energici e una presenza scenica trascinante, dimostrando che a volte basta parlare poco e suonare di più. I Dobermann, la band nata dalla mente di Paul Del Bello (voce, basso) che da dieci anni infuoca i palchi di tutta Europa con un sound rovente, preparano il pubblico per l’atto finale grazie ai singoli del loro ultimo album Pure Breed (2018) e l’estro dei due solisti Valerio “Mohicano” Ricciardi (chitarra) e Antonio Burzotta (batteria).

La giornata si conclude con gli ospiti internazionali. John Macaluso, storico batterista turnista e membro storico degli Ark, porta sul palcoscenico di Avigliana il suo progetto The Thread Manics con Alex Ferrara (voce, basso, tastiere) e Giacomo Anselmi (chitarra). Un sound che trasuda progressive da tutti i pori, con gli intermezzi strumentali a fare da contorno alla voce pacata ma potente di Ferrara.

Infine, il momento di incontrare la storia, anzi la leggenda. Dennis Stratton, chitarrista della prima formazione ufficiale degli Iron Maiden (quella che incise l’omonimo debutto discografico nel 1980) accompagna sul palco la tribute band Children of the Damned per suonare la tracklist di quel disco. Un tuffo nel passato che accontenta i fan più vecchi come quelli giovani. Un’occasione rara di sentire un musicista che dopo tutto questo tempo ancora riesce a portare a termine un concerto, nonostante gli acciacchi dell’età e le troppe birre accumulate in corpo.

Non c’è il tempo di salutare perché l’organizzazione caccia via il pubblico dall’area. È l’una di notte passata e sono arrivate le prime lamentele per il rumore… quindi non fa niente, ci vediamo a un pross…

Slut Machine
Bad Bones
Crash 17
Dennis Stratton and Children of the Damned
Dobermann
John Macaluso and The Thread Manics

Le foto sono di Gabriele Cauda