di Francesco Piperis
Babelica, Torino, 30 marzo 2019
“Questo non è un saggio. Questo non è un diario. Questo non è un romanzo. Questo libro è quello che non è, piuttosto che quello che è (…). Questo libro è un insulto al venticinquesimo anniversario della morte di Kurt Cobain. Non a Kurt Cobain. Alla sua morte, quello sì”.
Un attacco così dice già tanto su “Come spiriti adolescenti. 25 scrittori per Kurt Cobain”, la raccolta di racconti curata da Piero Ferrante, pubblicata da Radici Future il 30 marzo.
Un libro polifonico, con (almeno) 25 registri differenti sintonizzati sullo spirito dolente e doloroso del leader dei Nirvana, a 25 anni dalla sua tragica fine (5 aprile 1994).
Ho avuto l’onore e la fortuna di essere stato coinvolto, in quanto speaker della trasmissione “Rumori”, in onda il giovedì sulle web frequenze di RadioOhm, nella prima presentazione del libro di Piero, realizzata sabato 30 marzo 2019 presso la sede di Babelica a Torino.
Luogo piccolo, intimo e stracarico di storie e di parole, Babelica è stato, per una sera, un porto dove riportare le nostre storie, i nostri ricordi legati agli anni Novanta, all’arrivo (come uno schianto, come una scossa di terremoto) sulla scena musicale del grunge, dei Nirvana, di Kurt Cobain e di tanti altri.
Per me è stato come riavvolgere un nastro pieno zeppo di memorie sonore. Neanche troppo in fretta, visto che all’interno di “Rumori” il grunge e il rock in tutte le sue declinazioni, spesso rivolte al passato, sono di casa. In questa seconda stagione, in più, la rubrica Supersonics, curata da Gian Marco Dellavecchia, racconta “in tempo reale” gli anni e la musica di Kurt e compagni.
Quando il grunge travolse le mie giornate di inizio anni Novanta a Bitonto, in provincia di Bari, dove non succedeva quasi nulla e il mio rifugio era “Radio One Bitonto”, emittente in FM stracarica di vinili e di passione rock in un deserto di inedia, ascoltavo suoni flower power, psichedelici, hard rock (Jefferson Airplane, Grateful Dead, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, The Doors…).
Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden, Alice in Chains, Stone Temple Pilots: questi i nuovi guerrieri sonori, vicini per asprezza, inquietudine, potenza.
Tutto questo ho ritrovato da Babelica nelle voci dei partecipanti alla serata.
La fatica e l’emozione di aver realizzato un grande lavoro collettivo nelle parole di Piero Ferrante, il quale ha aggiunto un altro splendido tassello: il ricavato delle vendite del volume, oltre ai compensi non percepiti degli autori, andrà a sostenere Drop House, progetto di accoglienza delle donne in condizione di vulnerabilità sociale. A illustrare il progetto c’era anche Patrizia Ghiani, responsabile Area Vulnerabilità sociale del Gruppo Abele.
Il coraggio di un editore indipendente nel decidere di investire in un’operazione editoriale come questa nelle parole determinate e solide di Marco De Candia, della casa editrice Radici Future.
I “luoghi di Kurt” raccontati con singolare intensità da Marta Ciccolari Micaldi, la McMusa, giornalista e guida letteraria che ha restituito al grunge il suo versante letterario.
La sacca dei ricordi e dei cimeli anni Novanta distillati con ironia e trasporto dal musicista Umberto Poli, con rito finale in cui la parola scritta ha trovato il suo incastro in una nenia ipnotica.
La fotografia del mercato discografico dell’epoca scattata in maniera efficace e cristallina da Maurizio Blatto, giornalista musicale e gestore del mitico negozio di dischi Back Door a Torino.
E poi, i reading. Le parole contenute in “Come spiriti adolescenti” hanno preso vita attraverso le voci degli autori.
Paolo Battaglino, accompagnato alla chitarra da Stefano Gianotto, e il suo Crocifisso, ispirato da Jesus doesn’t want me for a sunbeam; Antonio Lorenzo Falbo e le parole del suo Something in the way; Mirko Giacchetti e il Pollo fritto, ispirato da The man who sold the world; Domenico Mungo, la ricostruzione della scena antagonista (musicale e socio culturale) della Torino degli anni Ottanta e Novanta e il ricordo dei “suoi” Nirvana nelle parole di Aero Zeppelin! The season of love & death; la poesia di Helen Esther Nevola, in Filtri da t(h)e, ispirata da Pennyroyal tea; Le gabbie in cielo, ispirate a Piero Ferrante dall’ascolto di Dumb.
“C’è stato un tempo in cui abbiamo sperato nella ribellione. L’abbiamo dimenticato, abbandonato, calpestato sotto gli stivali immobili dell’inabilità.
Forse perché quel senso di rivolta che covava dentro ce lo scambiavamo a distanza, fulminante tra gli sguardi. Forse era solo un’intuizione di lotta e ci siamo inventati tutto. Forse è che siamo diventati tutti ciechi e tra di noi, nello spazio tra di noi, non passa più niente di elettrico”. Così scrive Piero Ferrante.
Il 30 marzo quella elettricità l’abbiamo sentita. Eccome se l’abbiamo sentita.
Ascolta la puntata speciale di “Rumori” dedicata a “Come spiriti adolescenti”
Le foto sono di Edoardo Pivi